Il 16 marzo si è tenuta la quinta edizione della CloudConf, conferenza europea dedicata al mondo del cloud computing organizzata da Corley. Gli inviati speciali MageSpecialist sono stati Marco e il Paolo, in missione per vedere quali sono gli ultimi trend ed imparare qualcosa di nuovo sulle possibilità, tecnologiche e non, che il cloud già oggi offre e che ci potrà offrire nel prossimo futuro.
Ti sei perso la parte 1? Leggila qui.


Parte 2

Le keyword dell’evento sono state sicuramente serverless e machine learning.
Leggi il resoconto globale nella Parte 1 dell’articolo, insieme al resoconto dettagliato della prima parte degli interventi.

Ecco i dettagli della seconda parte degli interventi più interessanti.

Components and Microservices in the front-end world

In questo talk abbiamo ascoltato l’esperienza di Matteo Figus con OpenTable nella transizione da un’architettura monolitica ad un sistema di microservizi. La migrazione nella sua fase più recente ha riguardato anche il frontend dell’applicazione, un mondo che ancora è molto legato alle architetture monolitiche.
Il frontend è stato gradualmente suddiviso in più di 18 micrositi, operando una separazione verticale legata alle varie sezioni del sito. Ma anche questa operazione ho comportato la creazione di una serie di componenti trasversali a tutti i micrositi (es. header, barra di ricerca, etc.). Questi componenti necessitavano di un sistema che li rendesse autonomi rispetto allo sviluppo e al deploy delle altre sezioni.
La loro esperienza in questo processo li ha portati a trasformare i componenti in microservizi indipendenti gestiti da un repository centrale, creando in questo modo una infrastruttura di test e deploy costante che gli permette ad oggi di pubblicare con sicurezza parecchie modifiche quotidiane all’applicazione.

Serverless for Developers: Tips for Your Next App

Dopo il keynote della mattina è stato di nuovo il turno di Danilo Poccia di Amazon, che però questa volta è andato molto più a fondo della parte tecnica relativa allo stack AWS per l’architettura serverless, ovvero AWS Lambda.
Il suo intervento è stato così imponente per la quantità e qualità di informazioni precise e rilevanti che ha fornito, compresa una demo live rapida, che è impossibile riassumerle qui,
Quello che ha detto a fine speech però è davvero interessante, relativamente all’architettura serverless in generale e allo stack AWS in particolare: gli sviluppatori backend saranno chiamati a cambiare completamente approccio mentale alla programmazione e dovranno vedere data-binding dove prima vedevano una funzione.

Developing middleware web APIs in PHP 7

Nel mondo del cloud ha senso ancora l’adozione di linguaggi più “tradizionali” come PHP? In questo talk abbiamo visto come ancora oggi PHP sia adottato dall’82,6% di tutti i siti web su Internet (un numero effettivamente enorme, anche se include naturalmente tutte le installazioni esistenti di WordPress, che è il sistema in assoluto più diffuso sul fronte del web). Nella sua nuova incarnazione PHP7 ha fatto degli enormi passi in avanti dal punto di vista delle prestazioni e del memory footprint, e assieme alle caratteristiche che sono state introdotte abbiamo visto come sia semplice andare oggi ad implementare dei middleware che permettendo di offrire nuove API e consumare quelle sistemi esistenti senza il bisogno di riprogettare tutta la nostra applicazione.

If you know where your start-up will end up, it’s not innovative enough

Tra tutti gli approfondimenti dedicati a stack gestiti, piattaforme, architetture, l’intervento non tecnico ma di strategia di Jacopo Romei è stato davvero interessante e presentato con molto carisma. E’ difficile descriverlo in poche parole perché ha spaziato su diversi argomenti ma essenzialmente ha analizzato quali sono le soluzioni possibili per affrontare la fragilità di un nuovo progetto: una fra tutte è sintetizzata nella parola learning, che secondo il relatore è la principale difesa contro la fragilità nella nostra era della conoscenza.

Handle insane traffic with Google Cloud Platform

Marco Tranquillin Cloud Program Manager di Google, dopo una rapida sessione di stretching visto l’orario pomeridiano, ha presentato tutto lo stack GCP, che è davvero ben fornito, sottolineando in più di un’occasione come tutto questo stack sia lo stesso che utilizzano internamente per far girare e gestire tutti i loro servizi.
Subito dopo ha approfondito alcuni aspetti e strumenti con una demo live in cui ha simulato uno scenario IoT costituito da molti sensori dislocati in giro per il mondo che inviano una grande quantità di dati che vanno gestiti ed elaborati. E’ stata una demo abbastanza impressionante della potenza di scaling delle macchine che gestivano il backend e soprattutto della capacità di GCP di manipolare grandi e grandissime quantità di dati in poco tempo. Nella simulazione i tempi di query su nu DB SQL di quasi 1,5 miliardi di righe e quasi 70GB di dati alla volta erano nell’ordine dei 3-4 secondi.