Il 16 marzo si è tenuta la quinta edizione della CloudConf, conferenza europea dedicata al mondo del cloud computing organizzata da Corley. Gli inviati speciali MageSpecialist sono stati Marco e il Paolo, in missione per vedere quali sono gli ultimi trend ed imparare qualcosa di nuovo sulle possibilità, tecnologiche e non, che il cloud già oggi offre e che ci potrà offrire nel prossimo futuro.


Parte 1

Trasversalmente a tutti gli speech e alle chiacchiere fatte con i presenti è emersa chiaramente una buzzword: serverless.
E’ evidente che tutti i big player del cloud computing puntano a fornire uno stack completo che va nella direzione del FaaS – Function as a Service in cui tutto ciò che non è codice è gestito.

Una seconda buzzword altrettanto interessante è stata machine learning: Google e Amazon la usano da anni e adesso sono pronti a rendere disponibile questa tecnologia a tutti coloro che hanno le necessarie skill tecniche per farlo.
Per molti versi sarà richiesto agli sviluppatori e agli ingegneri un approccio nuovo e molto diverso al coding e al computing per il prossimo futuro. E probabilmente anche i modelli di business dovranno adattarsi ad un nuovo modo di scrivere software.

Ma andiamo con ordine con un focus sugli interventi a cui abbiamo partecipato tra keynote mattutini e sessioni pomeridiane.

Orchestrating Least Privilege

Cominciamo subito la nostra passeggiata fra le nuvole andando a parlare di orchestre, compositori e direttori. Il primo talk prende in esame l’utilizzo di Docker in cluster, introducendo Swarm per la gestione e l’orchestrazione del cluster. Questo uso dei container introduce nuove sfide di sicurezza per identificare e reagire a potenziali attacchi interni allo swarm, per cui occorre adottare delle tecniche per proteggersi da questi rischi di sicurezza, come il principio di Least Privilege, per cui ogni componente è a conoscenza solo delle risorse minime necessarie per il suo funzionamento, la firma del codice da parte da parte di chi progetta il sistema e l’utilizzo di comunicazioni autenticate. Buona parte di queste tecniche sono già fornite da Swarm, e altre arriveranno in futuro.

Machines are Learning: Bringing Powerful Artificial Intelligence Tools to Developers

Il secondo talk affronta uno dei temi più diffusi di questa edizione di Cloudconf, l’adozione dei servizi di machine learning e AI in cloud. La proposta di AWS in questo ambito è piuttosto ampia e va dallo speech recognition all’analisi delle immagini, che permette di analizzare immagini e riprese video, o anche quadri come la Gioconda, e se ve lo state chiedendo: al 72% sta ridendo, e per il 99,6% non porta i baffi. La dimostrazione finale ci ha lasciati a bocca aperta, dimostrando come sia semplice assemblare questi servizi per realizzare tramite una webcam e Raspberry Pi un sistema che riconosca e annunci vocalmente ciò che viene inquadrato. A parte le applicazioni più ludiche, è interessante prendere coscienza che siamo di fronte ad una rivoluzione tecnologica che rende accessibile l’utlizzo di AI anche molto complesse per problemi anche ordinari, aprendo sviluppi futuri impensabili.

TensorFlow in the Wild (or democratization of Machine Intelligence)

Proprio sulla democratizzazione della Machine Intelligence si parlava nel talk che presenta la visione di BigG su questo tipo di servizi.
Abbiamo visto infatti come non sia più necessario acquistare hardware costosissimi, cluster di GPU o processori realizzati ad hoc (come le TPU progettate proprio da Google per il machine learning), lasciando ai grandi player l’onere di realizzare server farm dedicate e di gestire tutti i layer software e sistemistici connessi. Chiunque invece può utilizzare i servizi di MI per ideare e progettare delle applicazioni per la vita quotidiana.
Abbiamo visto come un agricoltore giapponese può sfruttare l’apprendimento per riconoscere e suddividere automaticamente gli ortaggi che produce, o come il riconoscimento a partire dalle foto di una macchina usata permette di ottenere istantaneamente una sua valutazione e creare la relativa inserzione per una piattaforma di vendita di auto usate. Fino ad arrivare a scenari che fanno sollevare qualche sopracciglio, come quello di una compagnia assicurativa che riesce a predire le probabilità di incidenti gravi di un cliente adeguando di conseguenza il premio della sua assicurazione.

WebHooks: The API Strikes Back

In un mondo ormai dominato dalle API, parlare di Webhook pare quasi un ritorno al passato. Ma in realtà i Webhooks sono una tecnica ancora ampiamente diffusa e utilizzata per inviare delle comunicazioni in reazione ad un evento. In questo talk abbiamo visto delle linee guida da seguire (memorabile il consiglio di “essere un buon client HTTP”) per creare e testare dei Webhooks e introdotto degli strumenti molto utili per lo sviluppo, andando a parlare delle problematiche di sicurezza connesse.

Create and use a Dockerized Aruba Cloud Server

Anche se non si colloca fra i player di primo piano nel settore, Aruba ha dimostrato una grande attenzione per Docker, pubblicando dei driver per connettere docker machine ai propri servizi.
In questo talk molto tecnico abbiamo visto come effettuare il provisioning, la gestione e la distruzione di macchine docker su ArubaCloud in cui poi effettuare il deploy dei nostri container. Il driver è stato messo a disposizione su GitHub per l’uso e per la condivisione con gli utenti che sono interessati a contribuire.

Microservices Architectures on Google Cloud Platform

Lorenzo Ridi, di Noovle, ha fatto una bella presentazione dell’evoluzione delle architetture da quella monolitica fino a quella serverless, ponendo l’attenzione su cosa sia e come si possa poi gestire effettivamente un componente di un microservizio. Uno speech interessante che ha mostrato molto chiaramente la direzione delle architetture as a service: da Infrastructure a Platform, ormai consolidate, e poi i nuovi trend Backend (BaaS) e soprattutto Function (FaaS), che altro non è che l’approccio serverless.
Subito dopo abbiamo potuto vedere più in dettaglio alcuni esempi concreti di cosa può fare l’ambiente Google Cloud Functions in ambito di architettura serverless.

A breve la seconda parte. Stay tuned.

UPDATE: ecco la Parte 2!